Una ipotesi da fine del mondo

(da Andersen, ottobre 2011)

Il 2012 è alle porte. Ma ecco che arriva l’Arca e un Cacciatore di Diluvi

Succede sempre piu' spesso. Sei lì per parlare di Darwin, di ecologia e di ambiente, e loro, i ragazzini, prima o poi ti chiedono: "secondo te nel 2012 ci sara' la fine del mondo?" La colpa o il merito del quesito extra-scientifico non è solo della profezia dei Maya e di alcune trasmissioni Rai di Roberto Giacobbo. I TG ogni giorno annunciano nere nubi all’orizzonte e apocalittici disastri qua e là nel pianeta...

I film catastrofici si sono moltiplicati e non mancano dal cielo segni quasi divini, come le inspiegabili e sempre più frequenti “morie di uccelli e di pesci”. Anche a chi vive nel mondo dei balocchi prima o poi viene il dubbio: “l’Apocalisse e' vicina? Ci siamo documentati, abbiamo studiato e udite, udite -abbiamo concluso che nel 2012 l’Apocalisse potrebbe non esserci ma nei prossimi decenni un evento climatico senza precedenti nella Storia non è affatto impossibile. Anzi, “la massima probabilità di un tale evento dovrebbe collocarsi tra i 50 e i 150 anni dal presente, proprio in un periodo che sarà particolarmente difficile per l’umanità, alle prese con problemi di sussistenza e per un ambiente soggetto a una fortissima pressione antropica. È dunque necessario considerare seriamente questa possibilità”. La frase non è tratta dalle “terzine” di Nostradamus ma da Il clima caotico di Wallace S. Broecker, articolo pubblicato su Le Scienze, Edizione italiana di Scientific American, nel gennaio 1996. Causa del disastro sarebbe il totale scioglimento dei ghiacci terrestri, lo stravolgimento delle correnti marine e dei venti, il tutto innescato dal Riscaldamento Globale, in gran parte provocato dalle attività umane, come nel film The day after tomorrow. In realtà la qualità e l’intensità dell’evento previsto non sono una novità per la nostra vecchia Terra. Biologi e geologi sanno benissimo che è accaduto molte volte, solo che ora sulle coste ci sono megalopoli abitate da milioni di persone, giornalisti pronti a trasmettere il disastro in diretta e scienziati in grado di metterci sull’avviso.

Noè invece fu avvertito da Dio in persona, costruì l’Arca, vi caricò animali e familiari e quando il Diluvio arrivò, riuscì a sopravvivere. Il “suo” Diluvio coincide con quello riportato dai Sumeri sulle loro tavolette d’argilla. È stato il primo Diluvio ad entrare, anche se in forma mitica, nella storia scritta. Ma fu solo l’ultimo di una lunga serie. Al tempo di Charles Darwin l’idea “catastrofista” del Diluvio Universale, anzi di successivi Diluvi, non era soltanto biblica. Ne era sostenitore Cuvier, padre della paleontologia e maestro di anatomia comparata, così pure Owen, direttore del Museo di Storia Naturale di Londra e grande classificatore di creature estinte. Credeva fermamente al Diluvio anche Robert FitzRoy , capitano del Beagle e climatologo ante litteram. Durante il viaggio attorno al mondo ogni volta che Darwin trovava le ossa di una specie estinta, FitzRoy pensava che fosse una vittima del Diluvio Universale. Per lui le specie erano state create tutte in una volta e quelle attuali erano quelle che si erano salvate dall’evento. Un’idea piuttosto ingenua diremmo oggi, ma FitzRoy era tutt’altro che uno sprovveduto: era un esperto del tempo fa, fino la punto d’essere stato il primo a introdurre le previsioni del tempo sui giornali inglesi. Durante il “remake” del Viaggio di Darwin attorno al mondo (2005-2008), più di una volta abbiamo guardato i paesaggi intorno con gli occhi di FitzRoy e abbiamo cominciato a pensare che la sua ipotesi non fosse poi così peregrina. Oggi senza mettere in discussione la Teoria dell’Evoluzione, possiamo dire non solo che qualcosa di molto simile al Diluvio è avvenuto, ma che ci sono stati almeno tre apocalittici eventi climatici negli ultimi 20.000 anni, tutti correlati a un rapido aumento della temperatura e allo scioglimento dei ghiacciai. Contemporaneamente si sono estinte molte specie, in particolare i mammiferi di grossa taglia appartenenti alla cosiddetta megafauna.Si tratta di eventi che coinvolsero regioni e popoli geograficamente lontani, dal Sud Est Asiatico alla pianura russa, dal Caucaso alla Terra del Fuoco. L'umanità di oggi, ovvero tutti noi, volenti o nolenti, siamo figli di questi Ultimi Diluvi.

Dall’ipotesi del capitano FitzRoy è nata l’idea di un libro che esce con la stessa formula editoriale dei tre volumi della serie In viaggio con Darwin. Si tratta di un viaggio che anche Darwin e FitzRoy avrebbero fatto volentieri. È un percorso geografico e mentale che porta il lettore fino alle sorgenti del Tigri e dell’Eufrate, nelle terre di Abramo e di Noè, fino al sito, sulla Via della Seta che ha fatto nascere il mito dell’Arca arenata sul monte Ararat. Protagonisti del libro sono gli tsunami, le glaciazioni e i fantastici paesaggi che il ghiaccio creava nel nord e nel sud del mondo e sulle catene montuose più alte. In fondo al volume - in vista del 2012- non è riportato solo il Diluvio raccontato dalle parole della Bibbia ma anche un elenco di altre “fini del mondo”, tutte ragionevolmente avvenute nell’ultimo milione di anni. Si comincia alla grande col meteorite caduto in Kazakistan nel bel mezzo di un periodo glaciale, per finire ai giorni nostri, con l'attuale aumento della temperatura globale, e il relativo epocale scioglimento delle calotte polari e dei ghiacciai continentali.


L’Ipotesi FitzRoy/Il cacciatori di diluvi, edito da Rizzoli è una delle novità presenti alla Fiera di Francoforte 2011. È previsto nelle librerie italiane alla fine di ottobre, giusto alla vigilia del 2012. Esce nella collana e con la stessa formula di narrativa e divulgazione della serie In viaggio con Darwin/il secondo giro attorno al mondo: copertina cartonata, simile a un grande taccuino Moleskine, 224 pagine + 4 dossier, con 300 tra mappe, fotografie e disegni originali.

I dossier ospitano due grandi dipinti di Federico Canobbio Codelli, filosofo delle scienze e pittore dei ghiacciai: uno raffigura il Ghiacciaio Perito Moreno, il secondo il Ghiacciao Uppsala, visitati nel corso della prima missione Darwin2 nel novembre 2005. Come i precedenti volumi di questa serie L'ipotesi FitzRoy non è solo un libro per ragazzi, ma anche per genitori e viaggiatori senzienti.

PS. A proposito, salendo a più di 5000 metri d'altezza sul monte Ararat, si trovano tracce della fantomatica Arca? Forse sì, forse no. Ma sicuramente quelle lasciate da una civiltà megalitica di 12.500 anni fa, fanno pensare alla Storia e alla Bibbia in modo molto meno convenzionale.


(Dalla rivista Andersen)

Home: www.lucanovelli.it - info@darwin2.org

Altre info:

Il pensiero "originale" del Capitano FitzRoy rispetto al Diluvio si può leggere scaricando la traduzione di Alfonso Vinassa de Regny dal sito www.pikaia.eu.

L'Ipotesi FitzRoy, è anche il titolo dell'Intervento presentato da Luca Novelli nel corso della Giornata Darwiniana organizzata dai Musei Universitari di Bologna nel corso del DarwinDay 2009.

 

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