PER UN MANIFESTO

DEGLI SCRITTORI DEL SEGNO

Dopo sette anni la mani-festa si ripete.

Questa volta in un luogo popolato da libri:

alla Biblioteca Sormani di Milano dove il "manifesto"

sara'' esposto dal 16 ottobre al 10 novembre 2003.

Iniziativa in collaborazione con:

A.I. (Associazione Illustratori)

A.I.A.P. (Associazione Progettisti della Comunicazione visiva)

ASIFA (Associazione autori cinema d'animazione)

CARTOON Italia (Associazione Produttori cinema d'animazione)

Anonima Fumetti

e la rivista

ANDERSEN, il mondo dell'infanzia

 

 

 

 

Sette anni fa

La sera del 27 novembre del 1996, con un semplice passa-parola telefonico una cinquantina di cartoonist, illustratori e autori di cinema d'animazione provenienti da tutta Italia si diedero convegno in una locale-cantina non lontano dalle Colonne di San Lorenzo, a Milano.

Titolo della serata, dedicata a Saul Steinberg e Bruno Munari, era "Per un Manifesto degli Scrittori del Segno". Tra i convenuti Renato Calligaro, Enzo d'Alò, Bruno Bozzetto, Cavandoli, Silver, Ro Marcenaro, Il Gruppo Arcoquattro, Mario Piazza, Gianfranco Goria, Mario Gomboli, Max Casalini, Guido Manuli, Franca Silva, Lalla Fiori, Alfredo Castelli, Cinzia Leone, Grazia Nidasio, Federico Maggioni, Luca Novelli, Tinin Mantegazza, Giulio Cingoli, Pierluigi de Mas, Franco Bruna, José Munoz, Marco Biassoni. Ospite d'onore... il professor Gillo Dorfles.

L'attrice Hermana Mandelli lesse alcuni testi di Bruno Munari, molti salirono sul piccolo palcoscenico a dire la loro. Furono proiettati alcuni piloti di nuovi cartoni animati e il back stage della Freccia Azzurra. Tutti presero la penna e disegnarono sullo stesso foglio un omaggio a Bruno Munari, disegno collettivo che gli fu portato a casa qualche giorno dopo. Un'altro disegno collettivo fu dedicato Saul Steinberg. La Rai documentò la serata e ne trasse una trasmissione notturna di Cultura News, curata da Niki Stefi.

Dopo quel 27 novembre accaddero molte cose, alcune molto pratiche, nate dall'ala più concreta dei convenuti, capeggiata da Ro Marcenaro. Fu promossa una legge che incentiva l'immaginario italiano e la produzione di cartoni animati made in Italy. Grazie a Gianfranco Goria prese forma persino un sindacato (il SILF) per gli autori del fumetto e del cartone animato.

Luca Novelli negli anni successivi ha continuato a raccogliere interventi e opinioni di vari autori sotto il titolo "per un manifesto degli scrittori del segno".

Il materiale raccolto sul confine tra segno e scrittura è significativo per originalità e per lo spessore delle opinioni espresse...sopratutto quelle di outsider dell'editoria e della comunicazione come Emilio Tadini, Emanuele Pirella, Roberto Denti, Alessanfro Mendini, Milton Glaser e Oreste del Buono.

Messe insieme mettono a fuoco una realtà artistico-letteraria che ha caratterizzato tre decenni di editoria italiana.

In mostra

Sono esposte una cinquantina tra disegni originali, interviste e interventi scritti pubblicati sotto il titolo "Per un manifesto degli scrittori del segno" tra il 1996 e il 2003.

Sono di autori che lavorano nei mondi dell'illustrazione, satira, fumetto e cartone animato. Si va dalla sceneggiatura originale del film Juan Padan disegnato da Giulio Cingoli per Dario Fo alle tavole originali di Altan, Scarabottolo, Cemak, Beppe Giacobbe, Silver. C'è persino il rodovetro originale di una delle immagini più memorabili del film Allegro non troppo di Bruno Bozzetto.

Tra le chicche l'intervista illustrata a Oreste del Buono, che debuttò nell'editoria come disegnatore per il Bertoldo. Del Buono racconta che persino Calvino pubblicava cartoon, ma sotto falso nome. Il filo che lega il tutto il materiale esposto è il rapporto tra disegno e scrittura, tra immagine e immaginario, tra disattenzione della cultura e della politica al disegno e la sua concreta importanza nella formazione delle future generazioni.

Un cd raccoglierà interventi e disegni e sarà a disposizione di università e accademie.

 

L'incontro di giovedì 16 ottobre

Due ore prima dell'inaugurazione della mostra, nella sala del Grechetto in via Francesco Sforza 7, si daranno convegno gli autori e le Associazioni italiane del segno e del disegno (Associazione Illustratori, Aiap -Associazione progettisti della comunicazione visiva - AsIfa, Associazione Italiana Autori Cinema d'animazione, Cartoon Italia, Associazione Aziende produttrici di cinema d'animazione, Anonima Fumetti, associazione italiana di autori di cartoon).

Tra le comunicazioni previste quelle di Ro Marcenaro sulla legislazione italiana a favore del cartone animato e quella di Piero Campedelli, presidente di Cartoon Italia, sulla prospettive attuali delle serie televisive nell'Unione europea.

Tinin Mantegazza relazionerà sullo stato del "manifesto".

Sono previsti interventi e dichiarazioni degli Autori che hanno scritto e disegnato "sotto il titolo Per un Manifesto degli scrittori del segno" .

Sarà reso omaggio a due grandi Autori che avevano condiviso e sostenuto il progetto: Marco Biassoni e Guido Crepax .

Ecco alcune pillole tratte dalle interviste e dagli interventi di ha già detto la sua

 

Che immagine ha la vostra Biancaneve?

"Vince il modello disegnato da Walt Disney con l'86%".

"È opportuno ricordare che la parola non è il solo e unico linguaggio a disposizione dell'uomo. Esiste ancora qualcuno che ritiene che la parola (parlata e scritta) sia il linguaggio per eccellenza, mentre altre forme di comunicazione, come la musica , le arti visive e gli oggetti d'uso comune (dalla sedia all'aeroplano) rappresentano solo dei metalinguaggi?"

Roberto Denti

 

Elogio dell'analfabetismo cosciente

"Ci sono molte differenze tra il segno dell'illustratore e quello del grafico, tra quello del designer e quello dell'umorista". Però c'è un minimo comune denominatore che è l'assenza della parola scritta: l'analfabetismo. Si tratta perciò di fare un elogio dell'analfabetismo cosciente e strumentale, della scrittura senza parole. Racconti fatti di simboli, di espressioni, di atmosfere, esternati con i segni. Racconti che superano le barriere linguistiche, quindi internazionali..."

Tinin Mantegazza

 

Problemi

"Mi dici che a Lele Luzzati piace risolvere problemi? Anche a me piace risolvere problemi. Siamo gente che risolve problemi".

Lorenzo Mattotti

 

Guerra

"La guerra dell'illustratore di quotidiani e riviste è di trincea. Dura e bestiale. Consiste nella resistenza al realismo descrittivo e all'uso didascalico del disegno inteso come puro abbellimento del testo".

"Talvolta si ha a che fare con giornalisti dalla cultura grafica improvvisata o peggio...con una malcelata pretesa di imperialismo della parola scritta".

Lido Contemori

 

Artista io?

"Artista no, come in genere vien inteso... Sono un disegnatore che semplicemente fabbrica immagini e cerca di farle al meglio delle sue possibilità".

Sergio Toppi

 

Definizione

"Cos'é un cartoon? È un'idea con attorno un disegno".

Bruno Bozzetto

 

L'arte? Non ha senso

Non credo che fumetto o illustrazione siano arte e trovo i dibattiti in proposito tristi e polverosi. Fumetto e illustrazione sono linguaggi complessi con i quali si possono creare opere eccelse o emerite schifezze. Paragonare Moebius a Picasso è come confrontare Miles Davis con Bach: non ha senso. D'altro lato ritengo che anche l'arte, dopo Piero Manzoni, la Pop Art e il Situazionismo, non abbia senso.

Elfo (Giancarlo Ascari)

 

Influenzato

"Ho subito molte influenze, naturalmente. In particolare ho annusato la stessa aria (e lo stesso smog) che ha respirato Saul Steinberg nei suoi soggiorni milanesi, quando da liceale giocavo al pallone sotto le finestre del suo studio milanese".

Bau (Scarabottolo)

 

Design o disegno?

"Nasciamo dai segni. Sono una persona fatta di segni. Anche se la parola mi è utilissima, il rapporto tra segno, matita e carta è fondamentale".

Alessandro Mendini

 

Sono una di quelle

"Mi chiamo Solange e lo confesso, sono una di quelle: una donna a fumetti. Una eroina di carta, come dice qualcuno. Mai capito perché. Semmai se vogliamo essere pignoli, di matita, inchiostro e tempere".

Solange Divas (Cinzia Ghigliano)

 

Segni

"Il mio nome è Leonardo. Sono nato in via Raffaello.

A scuola ero all'Istituto Michelangelo...sono segni ".

Leonardo Cemak

 

Uomo di parole invece

"Sono un uomo di parole, da macchina da scrivere. Appena posso, scrivo. Credo che in qualche modo le immagini nascano dalle parole. La parola può funzionare come chiave di accensione di una pagina, dello spot. Grazie alle parole mi sono potuto comprare la villa a Portofino, quindi sono molto grato alle parole".

Emanuele Pirella

 

Chi ha disegnato le parole?

"Noi. Propongo alle nostre riflessioni il concetto di operatori del pensiero manuale".

José Muñoz

 

Delitto perfetto

"La funzione suprema del segno è quella di far scomparire la realtà e di mascherare nel contempo questa scomparsa".

Baudrillard (proposto da Metamorphosi)

 

 

Con tutto

"Mi sento un artigiano del fotogramma. Vi piace? Devo precisare che ho un'ottima opinione dell'artigiano-artista. Deve lavorare con la testa, con le mano, con tutto".

Cavandoli

 

Confinanti

"È un mestiere così confinante con l'arte che se non si sta attenti si finisce per diventare artisti. O perlomeno di farsene venire la voglia"".

Ro Marcenaro

 

Piccoli film

"Quando uno fa un cartoon ragiona un po' come se facesse un piccolo film. Ogni volta che uno di noi si mette di fronte il foglio bianco per sviluppare un cartoon ragiona come se si mettesse dietro la cinepresa. Abbiamo in comune anche il fatto che il nostro prodotto viene poi visto da un grande pubblico".

Quino

 

Asticelle

"Ricordo quando iniziai a fare le asticelle (sì perché tutti quelli della mia generazione a scuola hanno fatto le asticelle".

"Bene, anche oggi che sono grande, continuo a fare le asticelle".

Giorgio Fasan

 

Eliminiamo la parola arte

"Sostituiamola con la parola lavoro, precisando i seguenti punti:

1. Il lavoro che va oltre la sua intenzione funzionale e ci porta per vie profonde e misteriose, noi possiamo chiamarlo un gran lavoro.

2. Un lavoro concepito e realizzato con eleganza e rigore possiamo chiamarlo un buon lavoro.

3. Un lavoro che raggiunge gli intenti con onestà e senza pretese, possiamo chiamarlo semplicemente lavoro.

4. il resto, anche se mesto e scadente "tran tran" della vita di ogni giorno, può essere messo sotto il titolo di cattivo lavoro.

Questo semplice scambio eliminerà l'ansia delle migliaia di persone che temono di non essere artisti, ma questa non è la conseguenza più importante. Più importante è il fatto che così l'arte ritornerebbe ad avere una funzione centrale e utile nella vita di ogni giorno, cosa che stiamo aspettando da veramente troppo tempo".

Milton Glaser

 

 

Disegno è design?

"Tutto quello che faccio parte sempre da un disegno, da uno schizzo. Disegni che non hanno nessuna pretesa artistica. La parola design contiene l'idea di progetto, e ogni disegno degno di questo nome ha bisogno a sua volta di essere progettato e pensato. Sì, in questo senso disegno è design".

Italo lupi

 

Simbiosi

"Scrivo disegnando? O disegno scrivendo? Il legame tra aspetto verbale e iconografico è inscindibile. l'uno genera l'altro. E viceversa. È una sorta di simbiosi".

Lorenzo Marini

 

Scrittore senza stilografica

"Il disegno è la mia vita. Disegno da sempre. In realtà il mio modo di scrivere non prevede la macchina da scrivere, computer o altro. Tantomeno la penna stilografica.

Io uso la matita".

Guido Crepax

 

Una solo possibilità

"Un mago mi dà una sola possibilità: scrivere o disegnare? Non può chiedermi una cosa così... É un mago cattivo. Mi piace tutto, scrivere, disegnare, suonare il piano, mangiare tutto il cioccolato che si può senza morire...okey, scelgo il disegnare".

Maddalena Sisto

 

Il primo impulso

"Il foglio è bianco. Qual'è il primo impulso, scrivere o disegnare? Disegnare. E su qualsiasi foglio. Su qualsiasi pezzo di carta. Anche sui bordi di un giornale".

Emilio Tadini

 

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Qual è allora il vero inizio?

La parola o la linea?

Günter Grass

 

Una matita s'aggirava per l'Europa

Ho conosciuto Tinin Mantegazza alla Rai di Milano, intorno al 1989, lavorando per le trasmissioni di Enzo Biagi. Apparteniamo a due generazioni diverse ma era come ci fossimo conosciuti da sempre.

Stessi punti di riferimento in fatto di arti visive: Saul Steinberg e Bruno Munari, e molti amici in in comune. Parlando del nostro lavoro di disegnatori, cartoonist e manipolatori d'immagini ci siamo resi conto facevamo riflessioni simili: entrambi pensavamo che nei nostri rapporti con il giornalismo, la cultura e la stessa televisione c'era qualcosa d'inespresso che andava detto al piu' presto, nell'interesse di noi autori e della collettivita'.

A quel tempo avevo cominciato a dirigere una rivista di comunicazione visiva, Grafica e Disegno, sulla quale pubblicavo interviste a grandi autori e intorno alla quale si stava raccogliendo un certo consenso.

"Perche' non si fa un manifesto del segno?" propose Mantegazza. "Potrebbe cominciare con... una matita s'aggira per l'Europa, "Ma anche mouse, penne elettroniche e cosi' via" aggiunsi io.

Decidemmo di organizzare la "Mani-festa" del 27 novembre 1996 e si diede via alla raccolta di opinioni scritti e disegni sul nostro lavoro. Il risultato e'; un mosaico di opinioni diverse, talvolta contrastanti come nel caso di Jose' Munoz e Emanuele Pirella, ma che hanno nel loro insieme una notevole forza corale.

Sono queste opinioni e sono questi i disegni che verranno esposti a Palazzo Sormani, presso la Biblioteca Centrale di Milano dal 16 ottobre al 10 novembre.

È' il luogo piu' appropriato, abitato per definizione da libri e da scrittori, anche se anche questa volta un "manifesto" vero e proprio probabilmente non si fara'. Perche' come dice quel furbetto di Giulio Cingoli, non ce ne e' alcun bisogno: "il segno e' gia' manifesto".

Luca Novelli, ottobre 2003

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