L A _N O V E L L L I N A

Luca Novelli & Editoriale Scienza

Per "assaggiare" e animare la Novellina

La Novellina Web

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lampidigenio.it

Enciclopedici si nasce
esperti si diventa

In libreria: 1000 lemmi, 1000 disegni, 1000 definizioni. La prima enciclopedia a 3D: Divulgativa, Disegnata, Divertente.

Dieci anni fa l’ avrei ritenuta un’impresa impossibile: una fatica d’Ercole, un lavoro da Pico Della Mirandola o da… Pico de Paperis. Non mi avrebbe spaventato l’idea di un Dizionario Illustrato: tutti i miei libri della serie Lampi di Genio hanno in coda un “dizionarietto” che riporta definizioni che nel testo intralcerebbero la narrazione. Questi dizionarietti “funzionano” e sono diventati una caratteristica di molti miei lavori. Persino le puntate televisive di Lampi di genio in tv si concludono con i rispettivi dizionarietti animati. Ma un librone di sole definizioni? Appunto. Dieci anni fa mi avrebbe terrorizzato la mole dell'opera: 320 pagine, mille lemmi, mille concetti, mille disegni a colori. Pensate che l’elenco dei lemmi, definito in accordo con la redazione è stato definito “il Millenario” ! In effetti dopo aver accettato la sfida, a metà del lavoro, tra il lemma Gene e il lemma Lamellibranchi, ho temuto di non riuscire a rispettare i tempi di consegna previsti dal contratto. Un alter ego o un clone di Luca Novelli mi sarebbe stato veramente utile. In compenso mi ha dato una mano l’elettronica.
Nel I secolo d.C. Plinio il Vecchio compilò la sua enciclopedica Storia Naturale grazie all’aiuto di due schiavi: uno leggeva, l’altro scriveva. Lui stava in mezzo, ascoltava il primo schiavo, sceglieva temi e parole e dettava allo schiavo scrivano. Invece degli schiavi ho lavorato con due computer, uno per cercare, leggere, controllare, confrontare, l’altro per scrivere , acquisire e colorare. In mezzo c’ero io, i libri della la mia babelica libreria di 20 metri quadrati e il mio tavolo di vetro per disegnare. Così, senza mai uscire di casa per quasi sei mesi mesi, ce l’ho fatta. Questo grazie anche a una serie fortunate coincidenze editoriali e al lavoro di una redazione che ha perso parecchie notti a “massaggiare” le definizioni, impaginare le illustrazioni e a dare il giusto senso al tutto. Così Il Dizionario Illustrato di Scienza è apparso sugli scaffali nel tempi previsti.
Mentre lavoravo e aggiungevo lemma a lemma ho pensato alle grandi enciclopedie della storia. Ho pensato soprattutto all’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert, con 44 000 voci, 20.000.000 di parole e soprattutto 3129 tavole illustrate. Ho pensato -e ricorso più volte- a Wikipedia, parola che nasce dal termine hawaiano “wiki” che vuol dire “veloce” e l’antico termine greco che vuol dire “istruzione”. La prima, con le immagini, ha liberato la conoscenza rendendo accessibili i segreti di tutte le arti e scienze, dando inizio a un cambiamento epocale. Wikipedia si propone come enciclopedia universale del presente e del futuro. Certamente è la più democratica mai concepita perché aperta a tutti.
Tutte le enciclopedie sono figlie del loro tempo, e anche questo particolarissimo Dizionario Illustrato delle Scienze è figlio del nostro tempo. Venti o diecie anni fa sarebbe stato impensabile, anche da me.
È nato a 3D: Divulgativo, Disegnato, Divertente. È stato progettato per essere usato a casa e a scuola. È costruito per stupire papà, il nonno e i compagni di classe. Va tenuto accanto al computer per non farsi fregare da Internet. Si può mettere sotto il cuscino e dormirci sopra per fare entrare tutta la scienza in testa. Ha già un soprannome, bontà dell’editore: si chiama “Novellina”, omaggio affettuoso alla “Garzantina”, anzi alle “Garzantine” che dal 1962 hanno dato una mano a intere generazioni di studenti e professionisti. Cosa ha di nuovo questo “dizionario illustrato” che mira senza pudore ad essere una piccola e divertente enciclopedia illustrata? Ve lo dico sottovoce: l’uso delle immagini paritario a quello delle parole, sempre finalizzate alla comprensione delle definizioni. Se è vero che le parole sono importanti, certe immagini lo sono ancora di più: Darwin disegnando un alberello sintetizzò tutto il suo pensiero sull’Evoluzione, Galileo, Newton, Archimede disegnavano e Leonardo ci ha a lasciato una montagna di disegnini. Nella Novellina c’è questa idea leonardesca del disegno e la convinzione che disegnare fa bene alla scienza. Poi c’è il piacere della scoperta, della sorpresa. Scrivendo e disegnando io stesso ho capito un’infinità di cose che non avevo mai messo in correlazione con altre. Spero di essere riuscito a comunicare queste…illuminazioni. Poi ogni lemma vuol essere un invito alla lettura di tutti ...i lemmi. Pochi dizionari possono vantare questa virtù. Il gioco dei >rimandi crea percorsi inaspettati nei più diversi campi della conoscenza. Da Galassia si va alle >Stelle, da Stelle si va a >Sole e a >Fusione nucleare, da qui si va ad >Energia da dove si va alle varie forme di Energia e ad >Albert Einstein, alla >Teoria della Relatività, allo >Spazio, al >Tempo, alla definizione di >Fisica, ai >Fotoni, alla >Luce, a >Newton e così via.
Se partite dal lemma Draghi, arriverete presto a Dinosauri, passando per Fossili. Se partite da Darwin troverete di tutto. Ecco la Novellina, piccola enciclopedia tascabile, pardon, Dizionario Illustrato di Scienza.
Una ragazzina di nome Martina, durante un incontro, mi ha chiesto: come faccio a sapere così tante cose? Non è umano, secondo lei. È vero, non è umano. Infatti molte cose non le so o me le sono scordate. Uso delle memore accessorie, le ho risposto: i libri. Poi nel corso degli anni ho imparato a scegliere parole, immagini, battute tra il mare di informazioni che ci circonda, ci lambisce e certe volte ci sommerge, molto più di qualsiasi altro periodo della Storia. Nella Novellina in particolare c'è quello che può sapere qualsiasi suo coetaneo appassionato di scienze che non ha ancora rinunciato ad essere enciclopedico. Perché enciclopedici si nasce, adulti ed esperti si diventa. A questo proposito vale la pena ricordare la definizione (che non troverete sulla Novellina) di esperto: "rispettabile studioso che sa sempre di più su sempre meno cose fino a sapere tutto...di niente".
Viva lo spirito dell'Encyclopédie!

(Dalla rivista Andersen, settembre 2011)

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